LA SEMPLICITA' DI SCEGLIERE IL BENE: “L'ULTIMO RING”, DI CORRADO BAGNOLI
di Simone Maconi
“L’ultimo ring” è un romanzo di Corrado Bagnoli, pubblicato nel 2024 dalla casa editrice Ares, ispirato alle vicende precedentemente narrate dall’autore nel poema Fuori i secondi (2005, La Vita Felice). Il racconto ripercorre l’intera vita di Augusto, approfondendo anche il rapporto con i figli che crescono, fino all’età adulta. La storia è un intreccio di eventi frutto della fantasia dell’autore e di episodi che rimandano a personaggi storici realmente esistiti – uno su tutti, don Carlo Gnocchi, il pretino brianzolo divenuto beato –, sapientemente articolati da Bagnoli che, pur facendo da narratore esterno, decide talvolta di intervenire in prima persona. Non tanto per esprimere il suo giudizio su quanto narrato o raccontare momenti che potrebbero averlo riguardato direttamente, ma anzi e piuttosto per una precisa scelta narratologica e - anche se può apparire contraddittorio o paradossale - per marcare in modo ancora più evidente la distanza tra narratore e narrazione.
La storia si sviluppa nella Brianza degli anni Cinquanta, un periodo caratterizzato da una ripresa in più ambiti, da quello economico-sociale a quello morale. Ci sono vite che crescono, che si fanno spazio tra le macerie, tra le fatiche quotidiane che arrivano improvvise, senza che ci sia un manuale di istruzioni per affrontarle. Tra queste vite ce n’è qualcuna che attraversa le avversità con una speranza irriducibile, la cui origine, mai resa esplicita, è forse il filo nascosto che lega le vicende narrate da Corrado Bagnoli sulla vita di Augusto. Giovane promessa del pugilato, grazie alla boxe, Augusto trova un punto fermo, un rifugio dalla miseria lasciata dalla guerra, dalle difficoltà famigliari di un padre poco presente. Il suo allenatore, il Pino, è sempre al suo fianco, i suoi consigli sono sempre gli stessi e anche i movimenti da fare sul ring sono sempre gli stessi: una certezza alla quale aggrapparsi in un momento di instabilità che è anche quello della crescita. Il valore di Augusto comincia ad essere riconosciuto a livello nazionale, le possibilità di diventare un pugile affermato sono alte ed è in questa fase della vita che incontra Maria.
È un amore di cui Augusto è certo fin da subito, un amore che lo fa maturare e gli insegna anche il valore dell’attesa, la consapevolezza di un’umiltà che è frutto di un lento lavoro che la vita fa con ogni uomo. La loro relazione che matura nel matrimonio, la casa che si fa stretta per la nascita del primo figlio Enrico e le attenzioni che richiede una famiglia, convincono però il protagonista ad abbandonare la carriera sportiva e a concentrare le sue energie nella salumeria di cui è titolare. Non c’è spazio per i rimpianti, non perché non ce ne siano, ma perché Augusto ripone fiducia nella vita che impone di scegliere e di rinunciare, di prendere una strada, sapendo abbandonare quella percorsa fino a quel momento. Il pugilato rimane comunque un paragone costante con gli eventi che attraversano la narrazione dell’autore: sul ring le cose sono certe. Sono certi i tempi, le regole, i vincitori e i vinti. La vita, invece, colpisce senza che si sappia come ripararsi e come rispondere. E nella vita qualche volta Augusto non ha la guardia alta, cade più volte, ma non rimane a terra: preferisce seguire il suo intuito buono, sceglie di aiutare chi intorno a lui ha bisogno perché mettere in circolo il bene può aiutare a ripartire. Sono tanti i momenti del romanzo in cui il protagonista allarga le sue mani grandi per darsi e non per chiudersi: si prende cura dei nipoti dopo la morte di suo fratello in un incidente automobilistico; lava i piedi e sfama un senzatetto entrato nel suo negozio; osserva i suoi figli crescere, rispettando i loro tempi e tenendo sempre aperta la porta di casa. Come dice il Pino tra la gente in festa per il matrimonio del suo allievo, l’Augusto «L’è bum ‘me ‘l pan». In tutte le fatiche e le ingiustizie della vita Augusto non ha voluto tradire il suo cuore generoso, facile agli slanci emotivi, ma sempre orientato al bene, che Maria ha saputo accompagnare e che il lettore riconosce nel dipanarsi della sua storia.
Quello di Bagnoli è un vero e proprio romanzo di formazione, un’epopea particolarmente adatta a essere letta anche tra i banchi di scuola, durante l’ora di narrativa: leggere “L’ultimo ring” permette infatti di conoscere un percorso di vita colmo di gratitudine non facile da incontrare. La convinzione, non sempre mal riposta, che crescere in un ambiente violento renda violenti, che subire traumi renda cinici, viene messa in discussione da romanzi come questo, sempre più rari, in cui i personaggi hanno il coraggio di percorrere una via diversa, di scegliere il bene perché la vita tutta intera merita fiducia.
Simone Maconi
Docente di italiano e storia nella scuola secondaria di secondo grado

Ciao Simone, volevo farti i complimenti per la recensione, precisa ed esaustiva, mi hai fatto venire voglia di comprare il romanzo, anzi proporlo alla mia classe seconda e poi invitarti per due chiacchiere. Buona serata
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