POESIA PER GAZA: Silvano Sbarbati

 



Una guerra da notiziario

una storia da sussidiario


film per abituarmi alle macerie

e alla saliva sulla fame infantile


e alle parole ripetute nel vuoto

svuotarsi con diarrea di paura.


Questo mio tracciare segni

inservibili pietanze narcise


è un peccato mortale insoluto:

non sfama non scalda non cura.


Loro resteranno loro.


Questo mio pensare qui

commozione cerebrale


bene superfluo nei salotti

tv accesa e cuore spento.


Dovrò piangere senza collirio.


                                Monte Roberto, 22 settembre 2025


*

La guerra vista in televisione. Il rischio delle parole. Il rischio del silenzio. Le nostre parole non cambieranno il mondo. Allora bisogna tacere? Inventare parole nuove? Le lacrime sono sempre alle porte, ma anche quelle rischiano di essere inutili. (S.A.)  


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