Isabella Bignozzi
Il più perfetto dei notturni
il più perfetto dei notturni
viene nei petti
da giorni chiamati a dire il male,
occhi impietriti, bieco furore,
qualcosa di spezzato, la guerra
è ovunque, nell'autopsia del sole,
apre sul fianco i corpi
in un'estasi di fame, nella calura
rifinisce le cecità di questo
piangere infinito
nel tuo oro tremare, una febbre di
veglia, quando tutto rabbuia
muovi le mani nell'acqua
vergine misericordia, tu sola,
a toglierci la pazzia dal futuro
(Inedito)
*
Notturno. Nella notte i pensieri rimangono e crescono: il tremore, il disordine della guerra che ci attraversa. Il petto si apre e si chiude ma la bocca, no. La gola, no. Rimane una preghiera alla madre. Che interceda con tutta la misericordia delle madri. (S.A.)

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