Stefano Strazzabosco
Striscia di Gaza
C’è un bambino che ha in mano dei sassi:
sta urlando per strada ed è avvolto
da un manto di polvere e fiamma
che rischiara i suoi passi
e gli illumina il volto
Quella luce nocciola
si irradia sulla felpa che sua mamma
gli ha comprato - c’è scritto coca-cola
Dietro di lui il ragazzo
giovanissimo in jeans
che ha in mano altre pietre più grosse
spalanca la bocca e la tosse
gli chiude la gola in un mazzo
di insulti a un nemico invisibile
Il suo nemico
non sente e non vede
nessuno.
Discende dal cielo in un lampo
di fosforo bianco e il suo stelo
sfiorisce la terra in un campo
di crateri fumanti.
Poi manda avanti i tank
ai cuccioli d’arabo vivi
che lo aspettano là,
nella tabula rasa
della Striscia di Gaza
(da Brodslji, Il ponte del sale 2019)
*
Poesia come cronaca. Poesia come immagine. Non c'è poesia senza immagini: un bambino che sta urlando. Un bambino avvolto in un manto di polvere e fiamma... E non c'è poesia senza presente, il nostro presente e quello di tutti. Il dolore delle cose abita il presente, nel momento in cui un lampo di fosforo bianco cade dal cielo. (S.A.)

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