Non bastano a fermarti il lago
scuro in cui annega il suo cuore,
le gambe sottili, il volto lungo,
la sua voce che canta nel quadrato
di macerie che era la sua casa
una volta. Allora forse dovresti
guardare gli occhi di Mariam.
Di preda che fugge. Guardarla, dico,
come guardi tua figlia. Sentirne
il respiro, l’affanno nella polvere
rossa alzata in una corsa d’animale
innocente e muto. Dovresti vederla
cadere, voltarsi, con le mani coprirsi
la faccia, abbandonarsi allo strazio
della carne piagata. Gridare “baba”.
Gridarlo a te. Come fosse tua figlia.
Mi chiedo se c’è da qualche parte
qualcuno o qualcosa che ti dia occhi
perché tu le veda, Mariam e tua figlia,
crescere un giorno nello stesso giardino.
Se c’è qualcuno o qualcosa che ti dia
almeno quattro lacrime buone a farti
vedere che sono la stessa, identica vita.
Che non vuole e non deve andarsene via.
*
"Allora forse dovresti / guardare gli occhi di Mariam. / Di preda che fugge. Guardarla, dico, / come guardi tua figlia". Ecco. E' tutto qui. I soldati non hanno figli? Non sono figli? Se i capi comandano di uccidere i figli degli altri, perché ubbidire? L'umanità deve ancora conoscere questa disobbedienza totale: rivoltare le armi all'indietro, verso chi ha comandato di uccidere i bambini. (S.A)

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