POESIE PER GAZA: Josè Russotti




Josè Russotti

Gaza

(Genocidio all’inverso)


Chi ha conosciuto l’oltraggio
sotto i ferri roventi della Storia
non dovrebbe annientare un altro popolo.


Eppure, a Gaza,
non si contano più i respiri,
ma i volti sfigurati,
i denti orfani di volto.


Non è guerra questa:
è fame di sterminio,
volontà crudele
di annientare il già annientato.


Punizione becera,
violenza senza pietà,
che si insinua e divora
nei silenzi assassini. Taciuti.


La Storia si piega e vomita,
tradisce chi ha sofferto,
trasforma la memoria
in cenere nera,
fumo di morte.


Un genocidio all’inverso
pesa come un macigno
sull’anima di chi guarda senza vedere.


Il cielo - masso sospeso -
non impedisce, non urla.


Ma i morti!

I morti sono sotto il peso 

della vergogna del mondo.


Un genocidio al contrario...la vendetta genera vendetta, i morti chiedono altri morti. Dalla polvere e dal sangue dovrebbero venire le Leggi, non altra polvere e altro sangue. I morti pesano più di quanto non vorremmo. Una volta si seppelliva la colpa, sotterrandoli, ora si lasciano a cielo aperto perché la colpa non è più un valore. La Storia, la divina Storia. E' ancora capace d'insegnarci qualcosa? (S.A.) 


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