POESIE PER GAZA: Sebastiano Aglieco

 



Si conclude con questo mio inedito, la rubrica dedicata a Gaza. Ringrazio tutti i poeti che hanno partecipato.


A un maestro


mi prendi per mano

mi conduci nel tuo orrore e mi consoli:


- non sentirti in colpa, maestro buono e giusto

tu che avvolgi i bambini in un manto di promesse mantenute e di risate

avrei voluto che fossi qui

per insegnare la pietà alle bestie e bastonarle con l’antico scudiscio dei maestri

il viso piegato sulla terra degli avi

sulla memoria che fummo un  tempo


guarda e perdonami per questo disastro

perché non ho saputo pregare abbastanza 

convincerli che tutto questo odio viene da un’antica promessa: ti darò questa terra  

la sottrarrò ai nemici e i tuoi figli l’ameranno per pegno di sangue e di dolore


chi sei tu, dio senza nome

per quale diritto ti sei preso la mia casa, il corpo di tutti gli amati?

i poeti hanno appeso le loro cetre sui rami dei salici

per questo io ora chiedo a te, maestro

d’inventare parole potenti che cambino il mondo

nel battesimo di una luce nuova


e se questo non sarà possibile

se le lacrime e la pietà prevarranno sulla forza del mare e della terra

e il fuoco non ci estinguerà, e l’aria non ci soffocherà

allora che ogni cosa perisca per la sua giusta causa

e periscano gli uomini, e questo dio bugiardo di fango e di miseria


ma tu, maestro, perdonami, almeno tu perdonami

chiedo alle tue mani di mostrarmi il sigillo della resa

la fiammella che splenderà sulle anime buone della sera

quando tutta la luce del dolore si sarà spenta

e i soldati vagheranno nelle tenebre

la pelle frantumata dagli ordini dei comandanti

tutti i nomi

tutti i nomi dei bambini che gridano nella loro testa di padri e di fratelli:

figlio, fratello mio, non guardatemi

scongiureranno a se stessi, o impazzisco 

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